AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
COORDINATORE
COMITATO ORGANIZZATIVO:
Giuseppe Vespasiani
PRESIDENTE SIU:
Vincenzo Mirone
Università degli Studi di Torino
Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche
Cattedra di Urologia
Divisione Universitaria di Urologia
Direttore Prof. Roberto Mario Scarpa
Master Universitario Specialistico di II
livello in
ENDOSCOPIA E LAPAROSCOPIA UROLOGICA
Corso post universitario di formazione
per specialisti in Urologia
Anno accademico 2004
- 2005
Il Master Universitario di II
livello in Endoscopia e Laparoscopica urologica,
intende fornire agli specialisti in Urologia
le competenze necessarie per un moderno e completo
approccio diagnostico e terapeutico alle patologie
dell'apparato urinario e genitale maschile che
possano usufruire di un trattamento mini-invasivo.
In particolare i partecipanti verranno ad acquisire
conoscenze riguardanti: strumentario endoscopico
con particolare riguardo ai nuovi strumenti
flessibili e ai loro accessori; fonti di energia
per il trattamento della calcolosi urinaria
(ultrasuoni, energia balistica, laser); trattamento
conservativo delle neoplasie delle alte vie
escretrice; trattamento della malattia del giunto
pielo-ureterale, delle stenosi ureterali e uretero-intestinali;
trattamento percutaneo di calcoli o neoplasie
dell'alta via escretrice; strumentario laparoscopico
di base e urologico; trattamento laparoscopico
delle patologie surrenaliche; trattamento laparoscopico
delle patologie renali; trattamento laparoscopico
del carcinoma della prostata e della vescica;
trattamento laparoscopico dei diverticoli vescicali.
SEDE DI SVOLGIMENTO DELLE
ATTIVITA'
Clinica
Urologica (Direttore Prof. R.M. Scarpa)
A.S.O. San Luigi - Regione Gonzole, 10 Orbassano
(Torino)
Tel 011.9026558 - 011.9026533 - Fax 011.9038654
e-mail: master.endolaparo@libero.it
Sito internet: www.urolaparo.com
77° CONGRESSO NAZIONALE della Società
Italiana di Urologia
Milano, 19-23 giugno 2004
Abstract degli interventi della Divisione
Universitaria di Urologia - ASO San Luigi
C269
NIFEDIPINA VERSO TAMSULOSINA NEL MANAGEMENT
DELLA CALCOLOSI DELL'URETERE DISTALE: NOSTRA
ESPERIENZA
fi. M. Scarpa, F. Porpiglia, G. Ohignone, C.
Terrone, C. Scoffone, F. Ragni, S. Guercio
Divisione Universitaria di Urologia - ASO San
Luigi - Orbassano Torino
Introduzione e Obiettivi:
Lo scopo del lavoro è quello di valutare
e confrontare due diverse terapie mediche espulsive
da noi impiegate nella gestione della litiasi
ureterale distale.
Metodi:
Ottantasel pazienti affetti da litiasi ureterale
distale (iuxtavescicale o intramurale) di diametro
< 1 cm sono stati reclutati e suddivisi,
mediante randomizzazione, in 3 gruppi. I pazienti
del gruppo A (n=30) sono stati trattati con
nifedipina 30 mg 1 compressa/die (per un massimo
di 28 giorni) + deflazacort 30 mg 1 compressa/die
(per un massimo di 10 giorni). I pazienti del
gruppo B (n=28) sono stati trattati con Tamsulosina
0,4 mg 1 capsula/die (per un massimo di 28 giorni)
+ deflazacort 30 mg
I compressa/die (per un massimo di 10 giorni),
i pazienti del gruppo C (n=28) non sono stati
sottoposti ad alcuna terapia espulsiva. I pazienti
del gruppo A e B sono stati invitati ad assumere
terapia gastroprotettiva mentre tutti i pazienti
sono stati invitati alla idroterapia ed alla
terapia antidolorifica (Diclofenac 75 mg 1 fiala
im al bisogno). Sono stati presi in considerazione
i seguenti parametri: diametro dei calcoli,
percentuale di espulsione, tempo di espulsione,
impiego di antidolorifici, comparsa di effetti
avversi.
Risultati:
II diametro medio dei calcoli è risultato
4.7, 5.42 and 5.35 mm per i gruppi A, B e C
rispettivamente (p=NS). L'espulsione spontanea
è stata registrata in 24/30 pazienti
(80%) del gruppo A, 24/28 (85%) pazienti del
gruppo B, 12/28 pazienti (43%) del gruppo C.
La differenza, in termini di percentuale di
espulsione, fra i gruppi A e C e tra i gruppi
B e C è risultata significativa (p<0.05),
mentre la differenza fra i gruppi A e B non
è risultata significativa (p=NS). Il
tempo necessario all'espulsione dei calcoli
è risultato 9.37, 7.7 e 12 giorni per
i pazienti del gruppo A, B e C rispettivamente.
E' stata registrata una differenza significativa
fra esclusivamente fra i gruppi B e C. (p<0.05).
Il consumo medio di didofenac è risultato
19.5, 26, e 105 mg per paziente: è stata
registrata una differenza statisticamente significativa
tra i gruppi A e C e tra i gruppi B e C (p<0.05).
Un paziente del gruppo A (3.5%) ed un paziente
del gruppo B (3,5%) hanno riferito effetti avversi
tali da richiedere la sospensione della terapia.
(p=NS)
Conclusioni:
Le terapie mediche espulsive da noi impiegate
(nifedipina+deflazacort e tamsulosi-na+deflazacort)
si sono rivelate sicure ed efficaci, come dimostrato
dall'aumento della percentuale di espulsione,
dalla diminuzione dell'impiego di antidolorifici
e dalla minima percentuale di effetti avversi.
C185
TERAPIA MEDICA ESPULSIVA CON NIFEDIPINA E DEFLAZACORT
NEL TRATTAMENTO DEI CALCOLI URETERALI: ESPERIENZA
CLINICA SU 228 PAZIENTI.
R. Tarabuzzi, F. Porpiglia, O. Ohignone, C.
Terrone, S. Guercio, C. Cracco, C. Fiorì,
C. Scoffone, R. M. Scarpa
Divisione Universitaria di Urologia A50 San
Luigi Orbassano (Torino)
Introduzione ed obiettivi:
In questo studio retrospettivo riportiamo la
nostra esperienza circa l'impiego di una
terapia medica espulsiva nel trattamento dei
calcoli ureterali.
Metodi:
Abbiamo considerato i dati relativi a quei pazienti,
(inviati ai nostri Ambulatori dal Dipartimento
di Emergenza) con litiasi ureterale <1 cm,
per i quali era stato proposto un approccio
watchfui waiting e a cui, contestualmente, era
stata prescritta una terapia medica espulsiva
(nifedipina 30 mg per un massimo di 28 giorni
+ deflazacort 30 mg per un massimo di 10 giornrt.
Abbiamo considerato', diametro e posizione dei
calcolo, percentuale di espulsione spontanea,
tempo necessario all'espulsione spontanea ed
effetti collaterali legati alla terapia espulsiva.
Le analisi statistiche sono state condotte mediante
Student's test, chi square test, ANOVA test.
Risultati:
Sono stati inclusi nello studio 228 pazienti.
(124 M, 104 F, età media 59 anni). Il
diametro medio dei calcoli è risultato
4.8 mm (range 1.5- 9 mm), complessivamente l'espulsione
spontanea del calcolo si è osservata
in 150/228 in un tempo medio pari a
10 giorni.
Prendendo in considerazione la sede del calcolo
in 96/228 pazienti presentavano un calcolo prossimale
(diametro medio: 5.48 mm), 132/228 pazienti
presentavano un calcolo distale (al di sotto
della cresta iliaca), con diametro medio di
4.45 mm. (p<0.001). L'espulsione è
stata registrata in 46/96 pazienti del primo
gruppo e 104/132 dei pazienti del secondo gruppo
(p<0.0001). Il tempo medio necessario all'espulsione
del calcolo è risultato 11 giorni nel
primo gruppo e 10 giorni nel secondo (P=NS)
Prendendo in considerazione il diametro del
calcolo abbiamo registrato l'espulsione spontanea
in 90/97 con calcolo < 5 mm, e 60/131 dei
pazienti con calcolo > 5 mm.
11 tempo medio necessario all'espulsione è
risultato 9.7 giorni nel primo gruppo (<5
mm) e 11 nel secondo gruppo (> 5 mm) (p<0.05).
Cinque pazienti/228 hanno lamentato effetti
avversi riferibili alla terapia; i sintomi sono
regrediti con la sospensione della stessa.
Conclusioni:
II nostro studio evidenzia come questa terapia
medica, grazie all'attività miorilassante
del calcioantagonista e antiedemigena del corticosteroide,
abbia permesso un elevato numero di espulsioni
spontanee in un periodo di tempo relativamente
breve. Inoltre lo studio evidenzia quanto la
terapia sia ben tollerata dai pazienti, come
dimostrato dalla bassa percentuale di effetti
avversi registrati, Riteniamo pertanto che questa
terapia rappresenti un efficace strumento nella
gestione della litiasi ureterale non complicata.
C33
RISULTATI ONCOLOGICI NEI PRIMI 100 CASI DI PROSTATECTOMIA
RADICALE LAPAROSCOPICA: RUOLO DELLA CURVA DI
APPRENDIMENTO
fi. Tarabuzzi. F. Porpiglia, C. Terrone, R.
M. Scarpa Divisione Universitaria di Urologia
- ASO S. Luigi - Orbassano (TO)
Introduzione e obiettivi:
Scopo del lavoro è analizzare i risultati
oncologici nei primi 100 casi di prostatectomla
radicale laparoscopica, con particolare riferimento
alla curva dì apprendimento Metodi
Dal luglio 2000 al settembre 2003 abbiamo eseguito
100 prostatectomie radicali con l'approccio
laparoscopico transpentoneale. L'età
media dei pazienti era di 63.7 anni, il Gleason
score bioptico medio 58 ed il PSA medio 8.3ng/ml
Tutte le neoplasie erano in stadio clinico localizzato.
L'analisi anatomo-patologica è stata
effettuata con la tecnica del tatuaggio della
prostata con sezioni di 4mm. ed il margine e
stato definito positivo quando le cellule neoplastiche
raggiungono l'inchiostro. La casistica è
stata quindi stratificata, confrontando i risultati
oncologici nei primi 40 casi (gruppo A) e negli
ultimi 60 (gruppo B). Per l'analisi statistica
sono stati utilizzati il T-test, il test di
Fisher ed il Chi-quadro. Per l'outcome oncologico
sono stati valutati solo i pazienti con un follow-up
minimo di 12 mesi e la progressione sierologia
è stata definita per un valore di PSA
> 0.2ng/ml.
Risultati:
Nessuna differenza è stata osservata
tra i due gruppi per PSA, Gleason score e stadio
patologici. Il margine è risultato positivo
nel 39% del gruppo A e nel 27% del gruppo B
(p=ns) e, relativamente allo stadio pT2, nel
15% del gruppo A e nel 8.3% del gruppo B (p<
0.05). Nell'analisi multivanata i fattori predittivi
indipendenti di margine positivo sono risultati
lo stadio patologico ed il PSA. Confrontando
il rapporto sicu-rezza-efficacia nei due gruppi
abbiamo osservato che, mentre la percentuale
di margini positivi è risultata più
elevata nel gruppo A, la morbilità è
risultata sovrapponibi-le nei due gruppi. Nei
pazienti valutabili, (follow-up medio: 17.9
mesi), il PSA risulta ndosabile nell'87.3%.
Conclusioni:
Riteniamo che le perplessità e le riserve
di alcuni sull'efficacia oncologica della pro-statectomia
radicale laparoscopica non siano giustificate.
Durante la curva di apprendimento può
risultare penalizzato l'aspetto oncologico,
soprattutto nello stadio pT2. Tuttavia, dopo
i primi 40-50 casi si possono ottenere percentuali
di margini positivi sovrapponibili a quelle
delle casistiche a cielo aperto.
C34
RUOLO PROGNOSTICO DELLA CROMOGRANINA A NEL CARCINOMA
PROSTATICO ORMONO-REGRATTARIO
C. Terrone, R. Tarabuzzi, C. Cracco, S. Guercio,
M. Poggio, C. Scoffone, f. Porpiglia, A. Berruti,
A. Mosca, i. Dogliotti, R. M. Scarpa Dipartimento
dell'Emergenza e dei rapianti di Organi
Introduzione:
II significato clinico della differenziazione
neuroendocnna (NE) nel carcinoma della prostata
(CP) è ancora controverso I tumori che
dimostrano una differenziazione NE sono generalmente
più aggressivi e mostrano una resistenza
alla terapia androgeno-soppressiva. La differenziazione
NE è più frequentemente espressa
nei CP ormone-refrattan. La cromogranina A (CgA)
è il principale marcatore impiegato per
valutare la differenziazione NE sia a livello
tessutale che plasmatico.
Materiali e metodi:
La CgA plasmatica (kit ELISA, DAKO, Glostrup-Denmark,
range di riferimento 2-20 U/1) è stata
valutata in condizioni basali in 108 pazienti
consecutivi con CPormono-refrattario. Le caratteristiche
dei pazienti erano le seguenti: età mediana
74 anni (range 58-86), performance status ECOG
mediano 1 (range 0-3). 105 pazienti (97.2%)
avevano metastasi ossee, 91 pazienti (84.2%)
avevano valori di PSA elevati (mediana 97.0
ng/ml, range 0.1-3393.0). I valori plasmatici
di CgA sono stati valutati modo prospettico
dopo 3, 6 e 9 mesi in 50 pazienti sottoposti
a chemioterapia (estramustina da sola in 15
pazienti, estramustina + docetaxel in 20 pazienti,
epirubicina in 15 pazienti).
Risultati:
I valori basali mediani di CgA erano 17.3 U/l
(range 3.0-394.0). Valori patologici erano presenti
in 45 pazienti (43.3%). Valori elevati di CgA
correlavano con una ridatta sopravvivenza: 11.1
mesi (range 3.5-18.7) versus 22.37 mesi (range
13.7-31,0) (p=0.02). Nell'analisi multivariata,
la CgA plasmata risultava un fattore prognostico
indipendente rispetto al PSA sierico [Hazard
Risk 1.28 (95% confidence interval 1.08-1.53),
p<0.005 versus Hazard Risk 1.10(95% confidence
Interval 1.02-1,19), p=0.01]. Nei pazienti trattati
con chemioterapia i valori mediani (range) di
CgA plasmatica erano: 13.3 U/l (3.0-141.0) basale
e 19.1 (3.0-486.0), 20.8 (3.0-702.0) e 39.4(3.0-414.0)
dopo 3, 6 e 9 mesi, rispettivamente (p<0.01).
Valori patologici erano presenti in 17/50 (34%),
23/50 (46%) and 34/50 (68%) (p<0.005).
Conclusione:
Valori elevati di CgA plasmata si osservano
frequentemente nei pazienti con CP ormono-refrattario
e correlano con una prognosi peggiore. La CgA
rappresenta un fattore prognostico indipendente
dal PSA. I valori di CgA plasmatica aumentano
progressivamente durante la chemioterapia, indicando
che l'espressione di un fenotipo NE nella malattia
ormono-refrattaria è un fenomeno tempo-dipendente
e non è influenzata dalla terapia citotossica.
CORSO SIU LAPAROSCOPIA DI
BASE:
CHIRURGIA LAPAROSCOPICA DELLA LOGGIA RENALE
Direttore del corso: G. Bianchi
IL PROGRAMMA
8.30 INTRODUZIONE ALLA LAPAROSCOPIA:
METODICHE
DI BASE A. Celia STRUMENTARIO R. Tarabuzzi
9.10 INTRODUZIONE ALLA LAPAROSCOPIA:
METODICHE
DI BASE A. Celia STRUMENTARIO R. Tarabuzzi
9.50 SURRENALECTOMIA CON ACCESSO
TRANSPERITONEALE G. Guazzoni
10.00 SURRENALECTOMIA CON ACCESSO RETROPERITONEALE
F. Porpiglia
10.20 NEFRECTOMIA RADICALE TRANSPERITONEALE
F. Porpiglia
10.50 TUMORECTOMIA F. Gaboardi
11.10 PLASTICA DEL GIUNTO V. Pansadoro
11.30 NEFRECTOMIA SEMPLICE RETROPERITONEALE
V. Di Santo
12.00 RECENTAZIONE DI CISTI RENALE M. D'Anniento
12.15 BIOPSIA RENALE S. Micali
Finalità del Corso:
Nell'ultimo decennio la laparoscopia urologica
ha avuto una crescita propulsiva, questo ha
fatto si che molti urologi si siano interessati
ad apprendere questa nuova tecnica mini invasiva.
Le indicazioni urologiche comunque maggiormente
accreditate sono a livello del rene e surrene,
potendo avanzare l'affermazione che la nefrectomia
e la surrenalectomia laparoscopica oggi sono
il "Gold Standard" chirurgico.
Lo scopo di questo corso e stato quello di trattare
le indicazioni alla chirurgia della loggia renale,
partendo dai concetti di base come lo strumentario
laparoscopico, per descrivere le singole indicazioni
e tutte le possibili vie di accesso a questa
regione anatomica. Per tal motivo sono stati
individuati come Relatori i maggiori esponenti
della laparoscopia Italiana. Noi riteniamo che
questo corso riuscirà a migliorare la
conoscenza laparoscopica dei discenti, invogliandoli
ad iniziare questo tipo di chirurgia mini invasiva.
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